IO E SPORT SENZA FRONTIERE CRESCIUTE INSIEME
MARGHERITA VICARIO AMBASSADOR DI SPORT SENZA FRONTIERE
Intervistata da Luca Attanasio
“La mia, con Sport Senza Frontiere, è una storia privata, l’ho vista nascere, sono cresciuta con lei e la considero parte di me, una realtà bellissima anche se non sono mai stata coinvolta più di tanto. Sono stata fin dall’inizio una spettatrice, direi una tifosa, un’ultras”. È questo il filo rosso che lega Margherita Vicario, attrice, musicista, cantautrice, a SSF, una storia di simpatia e vicinanza, di affetto ma, al tempo stesso, di influenza diretta sulle proprie scelte di vita. “Dal punto di vista umano mi ha accompagnato e credo abbia influito sul modo di scrivere e sulla mia visione del mondo. Nei miei testi ritrovo spesso quello spirito che ho respirato stando vicina a Sport Senza Frontiere. Posso senza dubbio affermare che da quell’esperienza emerge una spinta narrativa e umana molto potente. Mia madre montava a casa i primi video, le prime interviste e alcune storie mi sembravano molto commoventi, esempi di vera e propria integrazione, i miei cugini divennero subito amici di bambini seguiti da SSF. Quando giro per lavoro sono sempre molto fiera di dire: ‘Ma come non conoscete SSF? È la onlus più bella del mondo. Ho anche scritto una canzone (Mandela, ndr) in cui c’è molto di SSF”.
Il 2021 è stato un anno eccezionale e entusiasmante per lo sport italiano. Le vittorie e i successi, però, non possono farci dimenticare che lo sport nel nostro Paese è una attività negletta, di serie B, che non trova l’adeguata collocazione nella vita dei cittadini e non sfrutta, quindi, l’enorme potenzialità positive.
“Lo sport ha un grande potere e rappresenta una forza vitale nel percorso verso l’integrazione e l’inclusione di tutti. Fa superare gli stereotipi I bambini si muovono da una dimensione diversa molti hanno meno pregiudizi, e se li metti insieme in modo sano, possono essere un esempio. Ma lo sport da noi è negletto, così come alcune professioni o attività che sembrano meno importanti.
In questo senso SSF rappresenta un modello unico e spero che diventi una onlus di riferimento, come quelle storiche di altri campi. Mi piacerebbe che nell’ambito dello sport sociale, divenisse il riferimento e contribuisse a portare lo sport alla dimensione che gli compete, un paradigma della vita in cui si lotta ogni giorno ma gioiosamente, per i propri obiettivi, soddisfatti di sè e della convivenza con gli altri.
Sono passati dieci anni e ora SSF si proietta ai prossimi dieci. È importante che i bambini seguiti siano sempre più numerosi perché aiuteranno altri a rendersi conto della realtà e a vivere in una società pacificata. Le auguro di divenire sempre più famosa e soprattutto che il tema dell’integrazione che porta avanti, sia maggiormente perseguito: è fondamentale anche se sembra sempre che ci sia qualcosa di più importante. Le migrazioni ci saranno sempre, le nostre società saranno sempre più fluide, impariamo a vivere insieme. Il mio desiderio per il prossimo decennio di Sport Senza Frontiere è quello di aumentare il mio apporto personale. Sto lavorando per avere più risonanza possibile per il mio lavoro per potermi occupare, poi, di cose che adoro come SSF, il mio percorso è improntato sul loro modello e mi rispecchia moltissimo.”