IL PROGETTO
Il progetto è rivolto a mamme, papà e ai loro bambini (di età compresa tra i 4 mesi e i 6 anni), fuggiti dall’Ucraina.
OBIETTIVI DEL PROGETTO
- Favorire un’esperienza positiva con l’elemento acqua
- Rinforzare le abilità motorie e la fiducia in se stessi
- L’acqua come aiuto nella gestione e nella prevenzione di eventuali disturbi post traumatici (traversata in mare, guerra)
- Rinforzare e favorire la relazione genitore-bambino
- Favorire i processi di inclusione sociale
BENEFICIARI
20 nuclei familiari
15 nuclei fuggiti dall’Ucraina
5 nuclei che arrivano dal circuito SPRAR
I bambini fuggiti dalla guerra in Ucraina sono arrivati in Italia impauriti, fragili e assai destabilizzati. Tutti hanno vissuto sulla propria pelle non solo il trauma del conflitto armato, ma anche quello di dover improvvisamente abbandonare tutto: amici, scuola, sport, ma anche figure di riferimento importanti come i loro papà (che purtroppo in alcuni casi hanno perso la vita in battaglia).
Ma anche le mamme hanno lasciato in Ucraina praticamente tutta la loro vita, tutti i progetti che avevano sperato per sé e per i propri figli: hanno visto sogni e speranze sgretolarsi in pochissimo.
Sia adulti che bambini vivono oggi in Italia con un trauma latente che mina ogni giorno soprattutto il loro benessere psicologico, ma anche quello fisico: tale trauma spesso viene somatizzato e si converte in problemi fisici ricorrenti (da mal di testa ai disturbi del sonno). Crediamo che l’elemento “acqua” possa essere loro “amica”, così come lo è stato e lo sarà per i nuclei provenienti dal circuito SPRAR di Roma: uno strumento di aiuto nella gestione e nella prevenzione di eventuali disturbi post traumatici, uno spazio in cui possa diminuire il livello di “allerta” costante in cui vivono sia le mamme che i bambini, un elemento che può rinforzare, soprattutto nelle mamme, le abilità motorie e la fiducia in sé stesse, che può rafforzare e favorire la relazione genitore-bambino che inevitabilmente ha risentito del trauma vissuto e soprattutto favorire il processo di inclusione sociale per mamme e bambini che vivono qui da pochi mesi e che ancora hanno difficoltà nell’inserirsi socialmente a causa della barriera linguistica.
