A lungo interessato più al calcio che al mondo delle due ruote, MAX BIAGGI è approdato al motociclismo quasi per caso, quando un amico, dopo molte insistenze, lo ha convinto a seguirlo al circuito di Vallelunga, vicino Roma, per un pomeriggio in pista. Come si suol dire, è scattato il colpo di fulmine. E da quel momento è cominciata la sua lenta ascesa al podio iridato dei Gp di motociclismo. Un anno dopo divenne campione italiano nella categoria 125 cc Sport production, con moto derivate strettamente dalla serie.
Una casa costruttrice, l’Aprilia di Noale, lo nota e lo ingaggia, pensando che il ragazzo avesse la stoffa per diventare campione. Così Biaggi si trasferisce nella classe 250. Nel 1991 divenne campione europeo e concluse terzo nel campionato italiano alla guida di un’Aprilia del Team Italia.
Tra i piloti più vittoriosi della sua generazione, è stato quattro volte campione del mondo nella classe 250 (consecutivamente dal 1994 al 1997) e due volte campione mondiale Superbike (2010 e 2012).
Durante la seconda parte della sua carriera, Biaggi ha avuto un’accesa rivalità con l’altro principale pilota italiano dell’epoca, Valentino Rossi. Il loro rapporto, dentro e fuori la pista, è stato per anni al centro dell’attenzione degli appassionati e della stampa specializzata internazionale, contribuendo non poco a tener viva la popolarità della disciplina.
Negli ultimi anni della loro coesistenza in pista, tuttavia, questi dissidi hanno finito per affievolirsi sempre più, tanto che, dopo il ritiro agonistico di Biaggi, entrambi si sono lasciati alle spalle gli attriti del passato.
Dal 19 dicembre 2016 veste i panni del team manager, fondando una squadra motociclistica denominata Max Racing Team.
Ma la voglia di velocità non gli è di certo passata. Poco più di 6 mesi fa, sulla pista del Kennedy Space Center, Biaggi e la Vox Wattman hanno abbattuto il muro dei quattrocento all’ora, arrivando a toccare, come velocità massima, i 470,257 km/h.