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Intervista a Giuseppe Storino psicologo Sport Senza Frontiere Roma
Uno su quattro (26,48%) rivuole la mamma o il papà vicini durante la notte. E quasi uno su cinque (18,17%) sviluppa paure che prima non aveva mai avuto. Metà dei bambini (53,53%) ha manifestato maggiore irritabilità, intolleranza alle regole, capricci e richieste eccessive, e uno su cinque cambiamenti di umore (21,17%) e problemi del sonno tra cui difficoltà di addormentamento, agitazione e frequenti risvegli (19,99%).
Questi sono alcuni dei risultati di una ricerca condotta da Ifos, Centro Studi per la famiglia, su un campione di bambini.
Noi che abbiamo avuto la fortuna di poterci occupare in modo diretto dei nostri 400 bambini di Roma, Napoli, Torino, Bergamo e Napoli, vi possiamo raccontare la nostra esperienza e i dati che abbiamo raccolto grazie al lavoro dei nostri educatori, tutor e psicologi.
Giuseppe Storino, psicologo dello sport che segue i nostri bambini di Roma ha condiviso con noi l’esperienza del percorso di sostegno alle nostre famiglie durante il lockdown.
Non sarà facile superare le tante difficoltà, in alcuni casi veri e proprio traumi, che i bambini hanno vissuto in questo periodo: difficoltà nella convivenza dove le condizioni abitative erano già difficili nella normalità, difficoltà economiche per le famiglie che hanno perso il lavoro, difficoltà educativo-didattiche, la maggior parte dei bambini non aveva il supporto tecnologico necessario per fare le lezioni da remoto o non riusciva a studiare in autonomia.
Come ci racconta Giuseppe nel video, ci si è presto resi conto che i bambini e gli adolescenti da un certo punto in poi, avevano cominciato a “perdersi” nelle giornate tutte uguali. E che quindi non bastavano più gli sforzi che Sport Senza Frontiere aveva fatto fino a quel momento: l’aiuto compiti, le lezioni di allenamento a distanza, la distribuzione di materiale educativo e didattico e i colloqui telefonici. Dovevamo fare di più, dovevamo aiutarli ad organizzare il loro tempo. “Abbiamo perciò diviso la loro giornata in fasce orarie – racconta Giuseppe- con specifiche attività da portare avanti: la cura personale al mattino e alla sera, lo studio, l’attività fisica (con il supporto dei nostri video di allenamento), il tempo del gioco e delle attività creative e infine la sera il diario , nel quale bambini e ragazzi erano invitati a raccontare la loro giornata ma soprattutto le loro più intime sensazioni, i loro sogni e a volte i loro incubi. La paura più comune emersa da tutti i diari è quella di non riuscire più a tornare alla normalità. Un’altra paura era legata alla passività…al non avere più stimoli, li faceva sentire come svuotati. Questo però riguardava soprattutto i ragazzi più grandi che erano più consapevoli della situazione”.
Giuseppe ci conferma il dato emerso dalla ricerca citata all’inizio di questo articolo. Molti bambini hanno avuto grandi difficoltà nell’addormentarsi la sera e anche disturbi nel sonno. Poi ci sono stati bambini che hanno avuto regressioni psicomotorie o nel linguaggio.
La riapertura comunque è stata accolta con grande felicità e gioia dai bambini. Qualcuno ha già ricominciato a fare qualche attività sportiva, nelle associazioni che coraggiosamente si sono organizzate per gestire l’applicazione delle molte regole.
Giuseppe conclude con una riflessione “Da una parte è vero che il virus è democratico perché non fa distinzioni, dall’altra però ha ampliato la forbice tra chi ha poco e chi ha di più”.