#SSFRETESOLIDALE
Quest’anno a Sport Senza Frontiere si festeggiano due anniversari. Il nostro primo decennale e il primo quarto di secolo della società sportiva dove tutto ha avuto inizio: l’Athlion Roma Pentathlon Moderno.
Sport Senza Frontiere si può ben dire che sia una “costola” dell’Athlion. Fu Alessandro Tappa infatti, attuale presidente di SSF, a fondarla nel 1996 insieme agli amici Sergio Ostili e Massimo Vari. Centinaia sono i ragazzi che l’Athlion ha cresciuto, all’insegna dei valori più sani che lo sport può offrire, senza dimenticare il perseguimento degli obiettivi di eccellenza. Perchè il Pentathlon è uno sport dove si pratica fin da piccolissimi l’agonismo e l’Athlion di campioni, negli anni, ne ha sfornati tantissimi. Alcuni sono anche andati alle Olimpiadi, ma non hanno mai mancato di partecipare ai mitici Athlion Tour, le agguerritissime gare amatoriali che si svolgono due volte l’anno e che vedono bambini, genitori, allenatori e parenti alla lontana sfidarsi a squadre nelle 5 discipline che si praticano nel pentathlon: nuoto, corsa, tiro a segno, scherma ed equitazione.
Ospitare dunque nel 2009 il progetto pilota di Sport Senza Frontiere dedicato a bambini a rischio emarginazione è stato un percorso naturale. I primi ad arrivare sono stati i 4 Salmouni (avete letto da poco letto l’articolo su JJ), ma dopo qualche anno i bambini distribuiti nei vari corsi erano già 25. Vanto e orgoglio del loro allenatore Niki, che all’interno dell’Athlion ricopriva anche il ruolo di tutor di Sport Senza Frontiere: “Ho la squadra più multietnica di Roma”, diceva ai primi finanziatori e testimonial sportivi che venivano a conoscerci sul campo.
Ashley, Gerard, Lorenzo, Mirko, Giovanni… ogni bambino è arrivato con una storia e ha subito dei cambiamenti. Una su tutte: la storia di G., un bambino iperattivo che non sapeva relazionarsi con i compagni di classe. In realtà aveva solo bisogno di essere rinforzato nella sua autostima carente, dovuta al fatto di essere cresciuto senza una figura maschile di riferimento. Figura che G. ha trovato proprio nel suo allenatore. “Con G. è scattato il colpo di fulmine” ammette Niki “ma è stato il lavoro di equipe che ha funzionato con questo bambino. In poco tempo abbiamo visto risultati sorprendenti. A scuola gli è stato levato il sostegno e all’interno della squadra è diventato un vero leader positivo, il piccolo atleta che ogni allenatore vorrebbe”.
Dopo 8 anni di intensa pratica sportiva G. ha lasciato l’agonismo, ma ancora si allena con l’Athlion e quando i bambini più piccoli devono partecipare alle gare la voce che si sente urlare a bordo campo per incitarli è sempre la sua. “Da grande”, ci ha detto convinto “sarò un Mister”.